Perchè donare?
"Il bisogno di sangue e dei suoi derivati in campo medico è una necessità costante per molte terapie, interventi chirurgici, urgenze a cui bisogna far fronte. È dunque importante donare il sangue in quanto esso non è riproducibile in laboratorio (ma indispensabile alla vita di chiunque), per cui la sua crescente richiesta non può essere soddisfatta se non con la crescita del numero dei donatori, anche attraverso la sensibilizzazione dei cittadini nei confronti della donazione volontaria e periodica del sangue e dei suoi emocomponenti. In Italia attualmente non è stato ancora raggiunto l’obiettivo dell’autosufficienza nazionale, per cui il divario fra la raccolta e il reale bisogno non trova compensazione, creando uno stato di emergenza e di carenza continuo.
La donazione è un atto volontario (non doveroso), in quanto effettuato a fin di bene e con un minimo di impegno e sacrificio personali; anonimo, perché è un gesto di valore morale e solidaristico alto, non necessita dunque di pubblicità o di clamore; periodico, in quanto in tal modo si può avere una trasfusione sicura e una diagnosi veloce nel caso in cui ci fossero malattie nel donatore; gratuito, perché il sangue che si dona, dona la vita, dunque non ha prezzo.
Possono donare tutte le persone che abbiano: un' età compresa tra i 18 e i 60 anni, fino ai 65, ed eventualmente, se il medico lo ritiene opportuno, possono esserci delle deroghe; un peso superiore ai 50 kg; le pulsazioni devono essere comprese tra i 50 e i 100 battiti al minuto (la frequenza può essere inferiore per chi pratica sport); una pressione arteriosa che sia compresa tra 110 e 180 mm di mercurio (detta sistolica o massima) e 60 e 110 mm di mercurio (detta diastolica o minima); uno stato di salute buono; uno stile di vita che escluda comportamenti a rischio. Per diventare donatori basta recarsi al SIT (Servizio Immunotrasfusionale) o presso una qualsiasi sede A.V.I.S. e chiedere di iscriversi all’Associazione per poter donare il proprio sangue. Una volta iscritto il possibile donatore verrà sottoposto a un colloquio preliminare (anamnesi) e ad una visita medica completa per verificare se vi siano controindicazioni alla donazione. Successive analisi di laboratorio confermeranno l’effettiva idoneità alla donazione tutelando sia la salute del donatore che quella del ricevente. Sostanzialmente non dona chi ha malattie del sangue o del cuore, gravi malattie infettive, epilessia, tumori maligni, alcolismo o tossicodipendenza; mentre vi è l'esclusione temporanea dalla donazione per chi ha avuto trasfusione di sangue o derivati, aborto, gravidanza, interventi chirurgici o ambulatoriali, vaccinazioni, assunzione di farmaci, allergia in fase acuta, viaggi in paesi tropicali.
Tutte queste indagini sono volte a tutelare tanto la salute del donatore quanto quella del ricevente.
Il sangue è un tessuto liquido vivente e costituisce il 7% circa del nostro organismo. Esso è composto per il 55% da plasma (parte liquida) e per il 45% da elementi cellulari (parti corpuscolate). Il plasma è quasi composto interamente da acqua e in esso sono presenti, oltre agli elementi corpuscolari, ormoni, anticorpi, fattori della coagulazione, grassi, proteine e sostanze assorbite dall'intestino con l'alimentazione. Gli elementi cellulari sono prodotti dal midollo osseo e si dividono in globuli rossi (che hanno la funzione di trasportare l'ossigeno dai polmoni ai tessuti e agli organi del corpo eliminandone così l'anidride carbonica attraverso il processo inverso), globuli bianchi (che ci difendono dalle infezioni aumentando di numero nel corso delle malattie infettive) e piastrine (con la funzione di aggregarsi in prossimità di una ferita favorendone la coagulazione del sangue fino a fermare l'emorragia).
Il prelievo è la tecnica più consolidata e consiste nel prelevare il sangue intero in appositi contenitori di plastica (sacche). La durata di tale prelievo è di circa 10 minuti. Successivamente i suoi elementi (plasma, globuli rossi, globuli bianchi e piastrine) vengono separati attraverso un procedimento detto “frazionamento”. Da diversi anni si sono diffuse altre tecniche, aferesi (che avviene in 40/60 minuti circa) che permettono, attraverso l’uso di particolari apparecchiature, i separatori cellulari, di ottenere dal sangue del donatore soltanto quella componente ematica di cui si ha necessità, restituendogli contemporaneamente gli altri elementi. In particolare con la plasmaferesi si ha donazione di solo plasma, utile sia ai malati, ma soprattutto alla lavorazione industriale per estrazione di albumina, immunoglobuline e fattori della coagulazione; con la piastrinoaferesi si ha la donazione di sole piastrine, per i pazienti affetti da tumori e malattie del sangue (soprattutto leucemie); con l'aferesi multicomponent si ottengono: plasma più piastrine, oppure globuli rossi più plasma, oppure globuli rossi più piastrine. Sia per il prelievo che per l'aferesi vengono utilizzati materiali sterili e monouso, sicuri per chi dona.
L'organismo recupera la quantità di plasma prelevato in poche ore con meccanismi naturali, trattenendo maggiore quantità di liquidi rispetto al solito; per quanto riguarda la parte corpuscolata il recupero della quantità di globuli bianchi e di piastrine prelevata avviene in 5/7 giorni, mentre i globuli rossi prelevati vengono recuperati in 3/4 settimane.
Gli esami di laboratorio e/o strumentali in occasione della donazione vengono valutati dal medico della struttura trasfusionale e il loro esito viene comunicato al donatore. In caso di riscontro di valori patologici il medico provvederà al richiamo del donatore per gli accertamenti del caso, e di conseguenza l'unità donata non può essere distribuita in quanto vengono meno i criteri di sicurezza nei confronti del ricevente. In questi casi, dunque, l'unità viene eliminata.
Il donatore periodico, oltre agli esami che vengono effettuati sull'unità di sangue donata, ogni anno deve essere sottoposto ai seguenti esami: creatininemia, glicemia, proteinemia, elettroforesi sieroproteica, colesterolemia, trigliceridemia, ferritinemia.
In realtà gli esami del sangue hanno bisogno di una concentrazione virale minima al di sotto della quale sono “ciechi”, ossia tra il momento dell’infezione ed il momento in cui i virus moltiplicandosi raggiungono la “soglia” per essere “visti” dall’esame, vi è un intervallo di tempo in cui anche se il virus è presente nel sangue il test risulterà negativo. Dunque nel caso in cui dopo una donazione dovesse manifestarsi il virus, il donatore deve comunicarlo al centro trasfusionale in modo che la sua unità donata non giunga ai riceventi.
La disponibilità di sangue sicuro e di qualità è un patrimonio collettivo di solidarietà che deve essere disponibile per tutti nei momenti di necessità."
di Varrazza Maria Assunta - Opuscolo per il 20° Anniversario di Fondazione AVIS Supersano